L'eredità di Lorenzo Guerrini
Samuel Montealegre
Il 29 marzo 2002 scompariva a Roma uno dei grandi artisti italiani del Novecento, Lorenzo Guerrini (nato a Milano nel 1914). Con Arturo Martini (1889-1947) ed Ettore Colla (1896-1968), Guerrini costituisce una triade di scultori che con diverse motivazioni segnano nel corso del secolo tre significativi apporti per la cultura artistica in Italia: Martini attingendo alla tradizione plastica italiana, Colla introducendo l’ironia, assente in un contesto spesso egocentrico, e Guerrini portando una forte tensione spirituale in una società volta all’edonismo.
Dal 2002 è mancata una nutrita attenzione critica, storica e di mercato che per qualità spetta al lavoro di Guerrini, il cui livello è pari a quello dell’opera di Lucio Fontana e Alberto Burri, giustamente con ampi riconoscimenti. Tra i pochi che gli hanno reso omaggio va ricordata Pia Vivarelli, che nel 2004 ha organizzato nell’Accademia di San Luca a Roma la mostra Disegnare nello spazio. Sculture e carte di Lorenzo Guerrini.
Lorenzo aveva un carattere difficile e in lui l’immaginazione sovente sbocciava in fantasia, quindi pensiero slegato dal ragionamento logico, fonte d’incomprensione. Con questo ho dovuto scontrarmi duramente, soprattutto quando organizzai la sua personale alla trecentesca chiesa di San Francesco a Bolsena nel 1988, una delle più belle mostre che si siano fatte in Italia. Nel contempo Lorenzo aveva però una nobiltà d’animo e riconosceva, ringraziava e ricordava sempre quanto di positivo ricevuto. Era una dote che potevi scoprire solo dopo il conflitto, e non tutti avevano la capacità di perseverare nella relazione. Così il percorso pubblico dell’opera è stato ostacolato e proposte e progetti interessanti sono sfumati per sue richieste impossibili.
Scolpire esige una dura e lunga lotta con il materiale. La tempera permette a Guerrini di estrinsecare velocemente la sua nervosa necessità espressiva, tesa a fare emergere immagini sopite nel profondo umano.
Un dipingere in cui il segno non vale per se stesso, come in Twombly e Pollock, ma come mezzo di configurazione. Con Twombly condivide però quell’andare a pescare dentro di sé: lo statunitense, segni che getta sulla superficie; Guerrini, figure archetipiche materializzate sulla carta.
Sono bellissime le sculture e le tempere, ma anche i disegni, le medaglie e i gioielli, un patrimonio in buona parte lasciato da Lorenzo Guerrini alla collettività. Diventa doveroso che le istituzioni preposte a tutelare il lascito agiscano per creare le condizioni affinché i cittadini ne vengano a contatto e ne abbiano il legittimo godimento, come sognato dall’artista.
Dal 2002 è mancata una nutrita attenzione critica, storica e di mercato che per qualità spetta al lavoro di Guerrini, il cui livello è pari a quello dell’opera di Lucio Fontana e Alberto Burri, giustamente con ampi riconoscimenti. Tra i pochi che gli hanno reso omaggio va ricordata Pia Vivarelli, che nel 2004 ha organizzato nell’Accademia di San Luca a Roma la mostra Disegnare nello spazio. Sculture e carte di Lorenzo Guerrini.
Lorenzo aveva un carattere difficile e in lui l’immaginazione sovente sbocciava in fantasia, quindi pensiero slegato dal ragionamento logico, fonte d’incomprensione. Con questo ho dovuto scontrarmi duramente, soprattutto quando organizzai la sua personale alla trecentesca chiesa di San Francesco a Bolsena nel 1988, una delle più belle mostre che si siano fatte in Italia. Nel contempo Lorenzo aveva però una nobiltà d’animo e riconosceva, ringraziava e ricordava sempre quanto di positivo ricevuto. Era una dote che potevi scoprire solo dopo il conflitto, e non tutti avevano la capacità di perseverare nella relazione. Così il percorso pubblico dell’opera è stato ostacolato e proposte e progetti interessanti sono sfumati per sue richieste impossibili.
Scolpire esige una dura e lunga lotta con il materiale. La tempera permette a Guerrini di estrinsecare velocemente la sua nervosa necessità espressiva, tesa a fare emergere immagini sopite nel profondo umano.
Un dipingere in cui il segno non vale per se stesso, come in Twombly e Pollock, ma come mezzo di configurazione. Con Twombly condivide però quell’andare a pescare dentro di sé: lo statunitense, segni che getta sulla superficie; Guerrini, figure archetipiche materializzate sulla carta.
Sono bellissime le sculture e le tempere, ma anche i disegni, le medaglie e i gioielli, un patrimonio in buona parte lasciato da Lorenzo Guerrini alla collettività. Diventa doveroso che le istituzioni preposte a tutelare il lascito agiscano per creare le condizioni affinché i cittadini ne vengano a contatto e ne abbiano il legittimo godimento, come sognato dall’artista.
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